La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle, in cui l’immunità ha un ruolo preponderante, ma i meccanismi alla base dello scombussolamento del sistema immunitario nella psoriasi non sono ancora del tutto chiari. Per alcuni studiosi, le placche infiammatorie della psoriasi derivano da un’attivazione del sistema immunitario da parte di auto-antigeni, ciò significa degli elementi già presenti nel corpo e nella pelle della persona. Da qui a dire che la psoriasi è una malattia auto-immune, il passo è breve!
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Una malattia auto-immune è classicamente definita dalla presenza di auto-antigeni, ma anche dalla produzione di auto-anticorpi da parte dei linfociti B trasformati per l’occasione in plasmociti che secernono degli anticorpi. Un esempio della malattia auto-immune è il lupus, in cui degli auto-anticorpi del tipo anti-DNA nativi sono responsabili dell’infiammazione e delle lesioni organiche a livello cutaneo, articolare, cardiaco, renale, neurologico…Per il momento, nessun auto-anticorpo è stato riscontrato nella fisiopatologia della psoriasi. Ciò non impedisce, però, di parlare d’auto-immunità nella psoriasi poiché le stesse cellule immunitari della persona, e in particolare i linfociti T, reagiscono in modo esagerato agli auto-antigeni laddove dovrebbero tollerarli e non attaccarli!
Nell’attesa di fare chiarezza nei meccanismi fisiopatologici della psoriasi, diciamo semplicemente che la psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle con una forte implicazione delle proprie risorse immunitarie della persona, da cui l’efficacia dei vari trattamenti immunomodulatori o addirittura immunosoppressori prescritti dal dermatologo. La psoriasi è una malattia che si basa su di una predisposizione genetica e il contributo di vari fattori ambientali come le condizioni climatiche, lo stress, il consumo di sostanze come il tabacco, l’alcol, certi farmaci…
Infine, va detto che le cause della psoriasi possono essere associate ad altre malattie con componente immunitaria come le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, ma anche a delle malattie come il sovrappeso, l’obesità, il diabete o anche l’ipertensione, fattori che aumentano il rischio cardio-vascolare.
